mercoledì 1 aprile 2020

Un viaggio alla scoperta di se stessi




Il fare teatro aiuta ad esprimersi, a superare inibizioni, a conoscere meglio se stessi, ad interagire con gli altri in modo più spontaneo. Attraverso la finzione si finisce col dire la verità.
Per utilizzare appieno l’esperienza teatrale penso, in base alla mia esperienza personale, che sia importante imparare a muoversi sulla scena, senza pretese di fare l’attrice/attore. Quando riusciamo a dimenticare le nostre modalità abituali di rapportarsi con chi ci sta attorno ed immaginiamo di essere altro, ci mettiamo nei panni di tizio, caio ecc…, quando cambiamo il tono della voce, l’espressività quotidiana, quando ci muoviamo con movenze non consuete, ci spingiamo per gioco oltre, ci inoltriamo verso personaggi e luoghi inesplorati, come fanno i bambini quando giocano a fare i grandi. E in questo gioco proviamo nuove emozioni, il cuore ci batte e il flusso delle parole e della gestualità si può sprigionare, vengono abbandonati i vecchi canoni personali, e ci incamminiamo verso espressività nuove che in qualche modo ci appartengono e che, nel gioco teatrale, emergono e trovano il coraggio di manifestarsi. Sperimentare di poter essere altro ci arricchisce, è liberatorio, catartico.
In una scena di Teatro Terapia si possono sperimentare più ruoli. Importante è tornare al nostro punto di partenza con qualche conoscenza in più di noi stessi.
Una persona molto estroversa prende facilmente possesso della scena, ma continua ad essere se stessa, non sperimenta nuove identità, invece potrebbe esserle utile recitare un nuovo personaggio, attraverso il quale direzionare quel flusso espressivo dirompente verso un tracciato nuovo, più contenuto, capace di stimolare parti più riflessive, più introspettive che trovano, nell’assunzione di un determinato atteggiamento, il modo di esprimersi. 

I nostri comportamenti abituali sono come delle grandi riserve per vivere, li abbiamo costruiti con fatica, sono i nostri abiti preferiti, ma a volte li sentiamo un po’ stretti, ci piacerebbe indossarne altri, anche solo per capire se esistono nel nostro armadio, da qualche parte nascosti. E chissà se rispolverati ed indossati ci possano far sentire a nostro agio, con una ricchezza in più. Il teatro può permetterci tutto ciò.
Attraverso il teatro possiamo contattare gli opposti: se io sono una persona gentile, dolce, pronta sempre a mediare, assecondare, incapace di entrare in conflitto con l’altro, perché non provare ad essere tutto il contrario: invasiva, prepotente, litigiosa, aggressiva. E poter così sperimentare aspetti nascosti della personalità con i quali venire in contatto.
Sperimentare ambiti diversi non vuol dire cambiare vestito, ma vuol dire che puoi fare un giro di prova che ti arricchisce, che può dare un’energia nuova, ti permette di andare oltre i limiti usuali della tua immagine. (Patrizia Battaglia)

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