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il crepitare dell'oscurità muove la terra |
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occhi senza solitudine |
Jung invitava i suoi pazienti a disegnare ciò che
avevano visto in un sogno o in una fantasia. Il paziente si esprimeva, entrava
in contatto con le sue immagini interiori, egli non faceva arte, ma qualcosa di
forte efficacia su se stesso. L’esprimersi con la matita, il pennello o la
penna permetteva al paziente di rappresentare le immagini che venivano prima
percepite passivamente, egli compiva un atto, si sforzava per vario tempo con
colori, pennelli “recalcitranti”, di realizzare qualcosa che su un piano
superficiale era assurdo, ma profondamente non era un atto insensato, e il
fatto di procedere in tal senso rinforzava la sua efficacia.
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il tavolato delle mille colpe |
Attraverso la produzione artistica si presta una
forma materiale all’immagine, che impone una considerazione attenta a ciascuna
delle sue parti, rafforzandone il potere evocativo. E quando il paziente scopre
quanto la rappresentazione di un’immagine simbolica lo libera da uno stato
disagevole farà continuamente ricorso all’espressione artistica,
all’autocreazione, dipinge se stesso e in tal modo si modella da sé.
Jung sosteneva però che eseguire un disegno spesso
porta nel non esperto una certa difficoltà, una sorta di inibizione. Parlando
di un disegno di una sua paziente egli diceva che la mancanza di tecnica
facilitava l’espressione di vissuti profondi e inaspettati. L’inconscio
introduceva immagini sublimali come quelle dei grossi macigni che invece
divennero in un disegno di una paziente delle grosse uova sode tagliate a metà
con il tuorlo nel mezzo, o delle piramidi aguzze. In una di queste immagini
c’era la donna-paziente di Jung ed emergeva un’immagine di prigioniera, non
c’era ancora l’atto di liberazione, anzi era vivo un attaccamento alla terra,
al paese materno, simboli di un ancoramento all’inconscio. L’inconscio aveva
utilizzato l’inesperienza pittorica della paziente per “insinuare le proprie
tracce”. Jung consigliava di ricorrere alla fantasia per aggirare le difficoltà
tecniche, i colori intensi attraggono l’inconscio. La coscienza presta al
contenuto inconscio i suoi strumenti espressivi che possono essere oltre la
pittura anche la scultura, il movimento ed ogni altra forma artistica.
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l'ira non porta amore porta sofferenza senza pensiero |
Attraverso l’arte è quindi possibile ripristinare
un equilibrio. Van Gogh scriveva al fratello Theo che l’arte era per lui
l’unica risorsa che gli permetteva di sopportare la sua travagliosa vita.
Anche Jung quando non si sentiva in armonia si
dedicava a dipingere, a scolpire una pietra. Cominciò a raccogliere e
collezionare pietre convolgendosi sempre di più in qualcosa che inizialmente
era solo uno svago che divenne per lui incomprensibile. I pensieri , le
sculture, i disegni costituivano un diario dove vivevano fantasmi personali e
collettivi. Decorò il suo studio con dipinti che rappresentavano tutto ciò che
aveva contatto “dal mondo alla solitudine, dal presente all’eternità”. Il suo
dipingere, scolpire diventava un rito d’iniziazione, cominciò ad annotare
regolarmente i fantasmi che erano sopraggiunti mentre faceva i suoi “giochi di
costruzione”, creatività e gioco erano l’uno accanto all’altro. Li elaborò
esteticamente giunse al Libro Nero dopo Libro Rosso, illustrato da disegni. Dal
1918 aveva cominciato a disegnare mandala che poi cercherà di comprenderne il
significato, i mandala rappresentano i segni della totalità della personalità
del sé.
Jung si dedicò per lungo tempo alla costruzione
della casa sulle rive del lago di Zurigo dove ogni nuova parte rappresentava
una tappa di un processo psichico. “La torre mi dava l’impressione di rinascere
dalla pietra”. Così Jung si esprimeva rispetto al suo progetto, ormai la parola,
la carta non erano più adeguati, egli sentiva il forte desiderio di riuscire a
dare una qualche rappresentazione in pietra ai suoi più interni pensieri e al
suo sapere. Nel 1922 cominciò la costruzione di una casa, una struttura
circolare, con un focolare al centro, ispirandosi alla capanna africana, egli
voleva rappresentare il mondo che si estende attorno alla forza arcaica del
fuoco. Poi modificò il progetto, per una costruzione a due piani
successivamente realizzò una torre. Continueranno altri lavori fino ad arrivare
ad una struttura a quaterna. L’intera costruzione era come un albero sulla
terra per trovare nutrimento spirituale. (Patrizia Battaglia)
Le immagini e le didascalie fanno parte di un percorso creativo nel quale l'espressione artistica ha significato un viaggio profondo tra le immagini dell'anima
Le immagini e le didascalie fanno parte di un percorso creativo nel quale l'espressione artistica ha significato un viaggio profondo tra le immagini dell'anima
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