venerdì 1 maggio 2020

Fiaba al tempo del covid-19


C’era una volta una principessa, un brutto giorno, improvvisamente, tutto le fu impedito, non poteva giocare, non poteva studiare, non poteva abbracciare né essere abbracciata.
Molto tempo prima le avevano raccontato che sarebbe arrivato il momento che, diventando regina, la sua vita sarebbe cambiata radicalmente.
La Tata che la vestiva e accudiva tutto il giorno e la chiamava Saruccia, avrebbe dovuto darle del lei e chiamarla maestà, facendo continuamente inchini e non volgendole mai la schiena; proprio come era accaduto a sua madre con la madre della tata, ma lei era ancora una bimba, diciamo preadolescente, i suoi genitori godevano di ottima salute o meglio…ripensandoci,  ultimamente li aveva visti preoccupati e super indaffarati con riunioni ad alto livello con tutta la corte e tutti sempre di corsa. E poi quegli stani oggetti da mettere sulla bocca e sul naso, ma come proprio a lei che aveva un bel nasino e labbra rosse come ciliegie...questo proprio non lo capiva e tutti gli altri con queste mascherine così le chiamavano, ma lei di mascherine conosceva solo quelle di carnevale e quanto le piacevano!!
Pian piano cominciò ad abituarsi a questa nuova vita, ma così isolata dal mondo e da tutti come avrebbe potuto conoscere un bel principe da amare? Senza balli e senza feste aveva poco senso pensare alla moda, ai vestiti ai profumi…
Ma qual era il motivo di tutti quei cambiamenti? Chi ne era la causa?
Lei voleva proprio conoscerlo e in quanto principessa, nonché futura regina, aveva tutto il diritto di saperlo, così convocò ufficialmente il primo ministro che tra mille inchini e naturalmente coperto di tutto punto le chiese “in cosa posso essere utile?”
Saruccia pensò che il protocollo era comunque salvo e questo le sembrò una bella cosa.
“Allora, primo ministro, cosa sta succedendo?”
“Sua altezza, la causa è misteriosa, un nemico silenzioso, invisibile è entrato nel nostro regno e ci minaccia nella cosa più importante: la salute. Temiamo che presto tutti i sudditi possano ammalarsi e non sappiamo cosa fare, abbiamo cercato i migliori esperti dell’intero pianeta, ma nessuno può aiutarci, la parola malattia non esisteva nel nostro regno fino a poco tempo fa. Ora altezza devo andare a vedere se qualcuno ha risposto al nostro appello” e corse via dopo aver salutato… da protocollo.
Sara allora prese una decisione molto importante, fece chiamare la sua madrina, una fata ormai anziana ma molto abile e chiese a lei un consiglio.
“Sara, tesoro mio, io ho molta esperienza e i miei poteri molto forti, ma questa volta non so che fare. Posso solo utilizzare un incantesimo e addormentare tutto il castello e tutto il regno…”
E così fu, in men che non si dica tutto il regno sprofondò in un sonno pesantissimo.
L’ultimo pensiero di Sara andò ad una sua antenata che aveva vissuto qualcosa di simile o almeno le sembrava di ricordare così e quella volta finì tutto bene, ma questa volta chissà…
La madrina al momento di lanciare l’incantesimo, non si sa perché chiese che tutti avrebbero avuto un sonno lungo, profondo e senza sogni, solo Sara avrebbe potuto continuare a sognare e così fu.
Con il passare del tempo i sogni di Sara divennero sempre più ricchi e qualche volta cominciava a rendersi perfettamente conto che stava sognando, imparò pure a indirizzare i suoi sogni verso obiettivi sempre più definiti, finchè non sognò che finalmente il nemico misterioso, stanco di non trovare persone da aggredire e soprattutto annoiato di non vedere più gente affannarsi a cercare mascherine o a costruirsele o fare lunghissime file per i guanti o per un disinfettante, decise che era il momento di tornare nel suo mondo lontano, lontano.
Sara, con una forza di volontà indescrivibile riuscì a svegliarsi dal sonno. Prima di tutto si rese conto che non c’era bisogno di ricevere un bacio da un principe e questo già le sembrò rivoluzionario, pensò pure che il Regno poteva trasformarsi in una Repubblica, una vera come quella di un certo Platone.
Rimaneva il problema di riportare alla coscienza tutti gli altri, come poteva fare?
Forse poteva scegliere una soluzione più tradizionale e così pensò che baciando tutti i suoi sudditi poteva risvegliarli con un gesto d’amore e un contatto vero, quel contatto che le era stato proibito poco tempo prima, poco? No forse molto…molto prima.
Così finalmente e completamente risvegliato l’ex reame, ripresero tutti a vivere felici e contenti. (Rita Marinai)


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