Il nostro
è stato un incontro casuale, o per meglio dire una sincronicità. Patrizia,
Sandra ed io ci siamo conosciute molto tempo fa e subito abbiamo avuto voglia
di fare qualcosa insieme unendo le nostre professionalità.
Loro
provenivano dal mondo dell’Arte Teatro Terapia, parlavano di personaggi, di
scene, di maschere, di Jung, io da poco avevo concluso il mio percorso nel
mondo della Bioenergetica e mi esprimevo in termini di radicamento, di
psicocorporeità, di respiro, di Lowen, due linguaggi diversi che si sono
vicendevolmente conosciuti e hanno trovato il modo di interagire insieme nel
lavoro con gruppi terapeutici e noi progressivamente abbiamo visto le persone
mettere in scena la propria vita.
Come
principio fondatore della Bioenergetica troviamo il concetto psicosomatico per
cui corpo-mente-emozioni sono parti
diverse, ma correlate di un’unica identità.
In quasi
tutti i corsi di teatro normalmente si usa proporre esercizi di “riscaldamento”
del corpo e della voce che vengono spesso vissuti solo come momenti di stacco e
di rilassamento, ma che si arricchiscono di maggiore consapevolezza in termini
di personalità, utilizzando l’approccio bioenergetico.
La Bioenergetica, figlia del pensiero di A. Lowen, sottolinea l’importanza del
linguaggio non verbale, rende consapevoli le tensioni muscolari che sono
collegate a blocchi energetici e la correlazione tra reazione emotiva e
respirazione, il tutto attraverso movimenti di carica e di scarica energetica.
La Bioenergetica lavora sui confini, sull’espressività corporea di emozioni
come la rabbia, il rifiuto, l’accettazione, il piacere.
Introdurre
gli esercizi bioenergetici in un percorso di Arte Teatro Terapia permette ai
partecipanti di contattare in modo consapevole il proprio corpo e di mantenere
questo contatto durante il lavoro più strettamente teatrale, di riconoscere le
emozioni che vive il corpo e di trasformarle, liberando energia e creatività. (Rita Marinai)